Uno degli "sport" linguistici, che si addice meglio alla razza umana, è quello di sciorinare interessanti riflessioni su argomenti che non hanno ancora una vera identità coscienziale. Parole belle, che articolano argomenti interessanti, ma che restano confinate ai margini del nostro Sé. Il virus è ampiamente diffuso, in ambiti differenti, che non spostano la sostanza. Significativo l'atteggiamento di molti devoti, per comprendere meglio il punto, che relega fra le mura di una chiesa un comportamento consono al credo, dimenticando come sia possibile esportarlo nella quotidianità. Si possono esprimere opinioni e concetti ampiamente condivisibili, in un contesto "protetto" e ideale, disconoscendoli, in modi e pensieri, in situazioni apparentemente contrarie. Accorgersi di questo incedere mentale anomalo è il primo passo per godere appieno di una ricerca che ognuno di noi conduce giorno dopo giorno. Le discipline orientali di combattimento hanno contenuti che troppo spesso sono sfuggenti alla razionale comprensione occidentale. Traduzioni che non rivelano quasi mai l’anima del contenuto. Segni che ricalcano un antico modo di descrivere la realtà e per avvicinarsi, quanto possibile, al significato autentico occorre uno sforzo maggiore che deve abbracciare diversi studi. Progressivamente ci si sta allontanando da un linguaggio ricco, profondo e magico come quello dei segni. La riflessione, la comprensione lascia il posto a una comunicazione scarna, frettolosa che genera confusione. Quando ci si imbatte in ideogrammi come quello del Reishiki occorrono fiumi di parole per tentare di dare una spiegazione esauriente del significato. La fiumana descrivente è l’alibi per comportamenti e azioni estranee al messaggio contenuto nell’ideogramma. Il punto e che non è possibile prendere un solo concetto, per quanto importante, e applicarlo. Intorno alla preghiera di stampo religioso, ad esempio, ruotano molteplici aspetti utili ad incanalare nella giusta direzione il contatto con il Divino. La mera recitazione non porta a nulla. Una delle chiavi è l’equanimità di fronte ad aspetti che solo in apparenza sono diversi. Praticherò un ottimo Reishiki se avrò trasceso l’identificazione attraverso il piccolo Sé, se avrò elaborato a livello coscienziale che gli “altri” sono un riflesso e che mi indicano su cosa devo lavorare per migliorare. L’attaccamento al frutto dell’azione è privo di Reishiki. “
Nessun commento:
Posta un commento